“Riddle of fire”: spy story, fantasy e avventura si sposano con brillantezza

Weston Razooli dimostra che il budget a sei zeri non è tutto, quando si parla di cinema

Un film di Weston Razooli. Con Lio Tipton, Charles Halford, Charlie Stover, Lorelei Olivia Mote, Phoebe Ferro, Skyler Peters. Drammatico, 114′. USA 2023

C’erano una volta tre bambini che cercavano di violare il controllo parentale della loro console di gioco, e di trovare la ricetta della torta di mirtilli perfetta. C’erano una volta una setta di bracconieri che non riuscivano a smettere di litigare e una bambina con un dono elfico…

 

Giocare divertendosi dovrebbe essere l’unico pensiero di ogni bambino. Ancora meglio, se si ha la fortuna di farlo insieme ad altri, accomunati dagli stessi interessi.

Una volta ci si riuniva per strada per giocare a pallone o a qualsiasi altro gioco, pur di star fuori di casa. Oggi, invece, sembra che i ragazzini non conoscano alternative ai videogiochi. Uscire ok, ma a patto di portarsi dietro cellulari e tablet! E la pandemia, purtroppo, non ha fatto che peggiorare la situazione…

Weston Razooli affronta questa delicata tematica in modo creativo e intelligente nel suo “Riddle of fire”, mescolando spy story, fantasy e avventura in una sceneggiatura lineare e semplice che risulta comunque incisiva e brillante.

Una banda di “piccoli ladri” riesce a impadronirsi di una preziosa console ma niente può davanti al codice di sblocco del televisore. La trattativa con la madre malata porta a un netto aut aut: solo se i piccoli usciranno per comprare gli ingredienti per una torta potranno avere il codice. Inizia così per i protagonisti la più incredibile, divertente e bizzarra avventura…

“Riddle of fire” è una visione spassosa, avvolgente, a tratti ironica nel suo spingere le nuove generazioni a rivalutare la bellezza della vita reale e a non chiudersi nel mondo virtuale.

Una scommessa registica e narrativa nel complesso vinta, anche per merito della straordinaria e simpatica banda di bambini/attori che hanno calcato la scena con grande naturalezza e bravura.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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