“Rose plays Julie”: un thriller che parte lento e si incendia scena dopo scena

Ann Skelly e Orla Brady sono le protagoniste di questa storia al femminile tra identità e passato

Un film di Christine Molloy, Joe Lawlor. Con Ann Skelly, Orla Brady, Aidan Gillen. Drammatico, 100′. Irlanda, Regno Unito 2019

Rose, studentessa di veterinaria, decide di mettersi in contatto con Ellen, la madre biologica che l’ha data in adozione da piccola. Ellen, però, che nel frattempo è diventata un attrice di successo, non vuole avere niente a che fare con la ragazza. Rose non ha intenzione di essere ignorata, e arriva a Londra da Dublino per avere un confronto con la donna che l’ha messa al mondo. Quello che scoprirà metterà in crisi la fragile identità che si è costruita…+

[yasr_overall_rating]

 

Un thriller particolare, costruito su un registro e un ritmo che normalmente non accostiamo a questo genere, lenti, che si incendiano piano piano, scena dopo scena: “Rose plays Julie” di Christine Molloy e Joe Lawlor, presentato in concorso al London Film Festival, è capace di lasciare il segno in chi guarda.

Il duo di registi irlandesi noti anche come i “Desperate Optimists” (in italiano diremmo gli ottimisti disperati) ha regalato al pubblico fino a oggi pellicole formalmente rigorose e d’atmosfera, incentrate su tematiche come le esistenze alternative, l’imitazione, l’identità, la natura scivolosa della verità – pensiamo a “Helen”, “Mister John”, “Further Beyond”.

Con “Rose plays Julie” compie un ulteriore passo in avanti, realizzando un film intenso, coinvolgente al limite del claustrofobico, che si segue col fiato sospeso dall’inizio alla fine e lascia con un senso di ansia e di angoscia persistente.

Orla Brady e Ann Skelly sono intense ma misurate, mentre ci prendono per mano e ci accompagnano in questo viaggio che, partendo dal desiderio di conoscere le proprie origini, passa attraverso potere e abusi per sfociare infine nel bisogno di vendetta.

Una storia al femminile, una storia di donne, che difficilmente potrà lasciare il pubblico indifferente.

 

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version