“Locked down”: la storia d’amore non basta… si tenta il “colpo grosso”

Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor protagonisti della commedia inglese "figlia" del Covid

Un film di Doug Liman. Con Anne Hathaway, Chiwetel Ejiofor, Ben Kingsley, Ben Stiller, Lucy Boynton, Jazmyn Simon. Commedia. Gran Bretagna 2021

Proprio quando decidono di separarsi, Linda e Paxton si ritrovano nel bel mezzo della pandemia Covid-19, costretti a vivere insieme nella loro casa londinese, a causa del lockdown. Sorprendentemente, anche se non riescono ad andare d’accordo su nulla, i due raggiungono una tregua quando Paxton viene assunto dall’azienda di Linda per consegnare delle pietre preziose e finiscono per organizzare insieme una rapina da Harrods…

 

Sono sinceramente convinto che il cinema abbia il compito di raccontare la realtà, le contraddizioni della società, i momenti cruciali della storia, siano questi positivi o negativi. E nel farlo può adottare un approccio serio oppure leggero, perché anche sdrammatizzare davanti alle tragedie è un’arte.

Inutile girarci intorno: il biennio 2020-21 passerà agli annali per la pandemia, che ci ha costretti in una sorta di lockdown permanente, intervallato da brevi periodi di “normalità”. Le limitazioni alla nostra libertà saranno oggetto di studio per chissà quanti decenni a venire, e quello che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, bene o male, lo rivedremo al cinema nel prossimo futuro – è inevitabile.

Quello che possiamo già vedere è che le chiusure hanno pesantemente condizionato i rapporti umani, mandando a gambe all’aria anche tanti matrimoni. E da questo tema prende il là “Locked down” di Doug Liman, uno dei primi film “figli” del Covid, disponibile da oggi sulle principali piattaforme di streaming (tra le altre Apple Tv, Prime Video, Chili, Rakuten TV) per il noleggio e l’acquisto.

Nelle intenzioni dello sceneggiatore Steven Knight, la pellicola avrebbe dovuto essere una commedia romantica, malinconica e impegnata, con protagonista una coppia scoppiata nella Londra del primo lockdown. Ma il buon potenziale si perde strada facendo.

Il film – drammaturgicamente e strutturalmente – è nettamente diviso in due parti. La prima è quella più riuscita, convincente, capace di conquistare l’interesse dello spettatore. Linda (Hathaway) e Paxton (Ejiofor) si trovano costretti a convivere, nonostante il sentimento tra loro sia finito. Svanita ogni forma di magia, i due vivono da separati in casa.

Lei è una manager elegante, sofisticata, nevrotica; lui un poeta mancato, un romantico amante della libertà, con un passato da tossicodipendente. Ascoltandoli litigare su tutto, ci si meraviglia di come due persone tanto diverse siano potute stare insieme così a lungo. 

La pandemia li obbliga a guardarsi allo specchio, e a ripensare le varie fasi della loro storia. Chiusi dentro casa, Linda e Paxton sono costretti ad ascoltarsi l’un l’altra. E mentre fuori Londra è ferma, sospesa nell’immobilità, loro cambiano e “si muovono”.

Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor formano una coppia affiatata, magnetica, credibile, dotata di fascino. I due attori risultano complementari sulla scena, dando prova di un’ottima alchimia e reggendo da soli il peso del film. La Hathaway è perfetta nell’incarnare le nevrosi professionali e le incertezze personali di Linda; Ejiofor si cala alla perfezione nei panni di Paxton, un uomo prigioniero dei propri sogni giovanili.

Il problema – o se preferite, il crollo verticale – di “Locked down” si ha nella seconda parte, quando dalla commedia romantica si passa all’heist movie (o “film del colpo grosso”, per dirla all’italiana). L’orizzonte della storia di allarga; Linda e Paxton lasciano le quattro mura domestiche per diventare un’improbabile coppia di novelli Robin Hood e tentare “la rapina del secolo”.

Questo cambiamento, radicale quanto incomprensibile sotto ogni aspetto, annulla o quasi quanto di buono e godibile visto fino a quel momento, introducendo confusione in un ingranaggio che stava funzionando piuttosto bene. Così la sensazione finale che lascia “Locked down” è quella agrodolce di un’emozione interrotta, inspiegabilmente, sul più bello.

Previous article“Them”: una serie che declina bene il tema del razzismo in chiave horror
Next articleI FANTASTICI 4 | Omaggio a Enzo Sciotti, illustratore e artista
Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here