“Riunione di famiglia”: una commedia rassicurante ma poco graffiante

Il terzo capitolo della serie conferma cast e buona scrittura, ma manca quel quid del passato

Un film di Philippe de Chauveron. Con Christian Clavier, Chantal Lauby, Ary Abittan, Medi Sadoun, Frédéric Chau. Commedia, 98′. Francia 2022

Claude e Marie si apprestano a celebrare il loro 40esimo anniversario di matrimonio con una cenetta romantica, ma le quattro figlie vogliono regalare loro una grande festa a sorpresa, invitando anche i rispettivi mariti e suoceri, che arrivano da Cina, Costa D’Avorio, Israele e Algeria. Per Claude, tendenzialmente xenofobo e sostenitore del “crollo dell’integrazione francese”, è un duro colpo, ma per amore delle figlie (e su amichevoli pressioni della moglie) accetta quelli che percepisce come invasori barbari del suo Paese. Anche per i consuoceri la riunione di famiglia non è una passeggiata: i coniugi cinesi si sono legati al dito che Claude non li distingue dai loro connazionali, gli ivoriani si ribellano alla sistemazione pensata per loro, il suocero algerino vorrebbe cantare alla cerimonia con il suo gruppo rock per la disperazione della moglie, e la coppia israeliana è in piena crisi.

 

Un genitore pensa, o forse si illude, che il proprio compito si esaurisca quando i figli trovano la loro dolce metà e lasciano il nido. E restando in tema di illusioni, forse anche quello di andare d’amore e d’accordo con i partner in questione rientra nel novero…

La storia di Claude (Clavier), conservatore francese che è stato “costretto” dalle quattro figlie a imparare sulla propria pelle il concetto di integrazione, dimostra bene le difficoltà del genitore di oggi.

E dopo il successo dei due precedenti film, Claude e Marie tornano al cinema in “Riunione di famiglia (Non sposate le mie figlie 3!)” di Philippe de Chauveron. Stavolta, le quattro figlie decidono di organizzare una grande festa a sorpresa per l’anniversario di matrimonio dei genitori, invitando anche coniugi e suoceri. 

Una sorpresa che scatenerà l’irritazione di Claude e la gioia di Marie, e gli inevitabili battibecchi. Ma non saranno solo loro ad attraversare momenti di crisi, e questo rende l’affresco della vita di coppia universale e credibile.

Il soggetto è buono, il cast in grande spolvero, eppure si ha la sensazione che questa volta manchi un po’ di quello spirito leggero e pungente che ha fatto la fortuna dei primi due “Non sposate le mie figlie”. Un film girato col pilota automatico.

Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa cosa perde non sa cosa trova. Ma se cercate delle sorprese, “Riunione di famiglia” decisamente non fa al caso vostro.

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Vittorio De Agrò
È nato in Sicilia, ma vive a Roma dal 1989. È un proprietario terriero e d’immobili. Dopo aver ottenuto la maturità classica nel 1995, ha gestito i beni e l’azienda agrumicola di famiglia fino al dicembre 2012. Nel Gennaio 2013 ha aperto il suo blog, che è stato letto da 15.000 persone e visitato da 92 paesi nei 5 continenti. “Essere Melvin” è il suo primo romanzo.

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