Incontro con Bill Murray, premio alla carriera alla Festa del cinema di Roma

Tra clip di film famosi, ospiti a sorpresa, contributi video l'attore ha ricevuto il riconoscimento

Non è facile riassumere le magie avvenute nella sala della Festa del cinema di Roma in occasione della consegna del premio alla carriera a Bill Murray da parte di – niente di meno che – Wes Anderson.

Intanto premetto che il direttore artistico Antonio Monda è stato spodestato dal ruolo di mediatore quasi subito: Anderson ha infatti fatto quasi tutte le domande al suo amico Bill, non lasciando tempo alla traduttrice Olga Fernando di stargli dietro.

Come di consuetudine sono state mostrate clip di film interpretati da Murray, e poi ci sono stati ospiti a sorpresa, schiamazzi, tutorial su come pulire le scarpe e un monologo su Roma. Ma andiamo con ordine…

Viene proiettata una clip di “Ghostbusters” e poi una di “The darjeeling limited”

Monda: La più grande lezione imparata da Wes Anderson – se c’è?

Murray: Be’, è il migliore con cui ho lavorato che fa del cinema la sua vita, dando ai film la stessa importanza della vita.

Anderson: Io credo che anche per Bill sia così. Il suo rapporto con il cinema è magico. Scusa Antonio (Monda), ma sono interessato a sentire anche l’opinione del pubblico. Qualcuno vuole dire qualcosa?

 

Scatta in aria una mano, e sorrido perché quella donna io l’avevo già vista dominare il red carpet, e ora sedeva in incognito nell’ombra vicino a Edward Norton. Frances McDormand si alza e corre fino al palco, salta su e con nonchalance si siede sulle gambe di Bill Murray.

McDormand: Mi sono messa questo vestito apposta per distogliere l’attenzione da Bill, funziona? Sono venuta a salutare e ringraziare un grande amico. Bill c’è sempre stato per me ed era impensabile che io non fossi qui per lui, oggi. Ma è uno che può ferirti. Una volta mi lanciò a terra e mi spezzai una costola. Mi buttò a terrà ma non mi ha mai buttata giù.

Poi scende con un salto giù dal palco e viene proiettata una clip di saluto di Jim Jarmush

 

Viene proiettata una clip di “Tootsie”

Monda: Qual è il regista con cui ti sei trovato meglio, eccetto Wes?

Murray: Be’, credo Roger Michell, il regista di “Notting Hill”. Ai tempi di “A royal weekend” aveva un figlio piccolo e avevamo orari assurdi, ma tornavo a casa al tramonto e pensavo che la vita fosse bellissima.

Monda: Questo è il motivo?

Murray: È una bella come motivazione. Un regista che ti ricorda che sei vivo, già solo per un tramonto… è un dono che le persone siano consce che siamo in questo pianeta insieme.

Monda: E cosa hai imparato tu da Bill?

Anderson: Quando gli feci avere la sceneggiatura di “Rushmon” e accettò parlammo di cachet ma lui volle il minimo sindacale. In un certo senso si è preso cura dei miei film, e la sua ottica l’ho adottata in pieno. Sa che far divertire le persone è necessario anche sul set.

 

Viene proiettata una clip di “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”

Monda: Com’è lavorare con Wes?

Murray: Zero spiegazioni, solitamente prendiamo un aperitivo e lì decidiamo solo se ordinarne un secondo. La prima proposta di collaborazione che mi arrivò da parte di Wes la accettai subito, come ha detto. Poi mi dissero se volevo incontrarlo e io risposi semplicemente di no. Wes ci rimase male, credo, ma avevo capito che aveva chiaro tutto. Mi fidai. In primavera lavoreremo ancora insieme.

 

Viene proiettata una clip di “Broken Flowers”

Monda: Anche con Jarmush è cosi?

Murray: Anche Jim è un idiota. Comunque, con Jim è simile… sono stato molto fortunato fin dall’inizio. Sia all’inizio che nella seconda parte della mia carriera, nel lavorare con tre grandi menti – Sofia Wes e Jim – che sono divertenti e grandi filmmaker.

 

Viene proiettata una clip di “Rushmore”

Anderson: Bill è l’unico che vuole tornare e rimanere sul set e assicurarsi che sia tutto perfetto. Anche quando non lo riconvocavo per delle scene veniva, perché ama la compagnia e lavorare con gli altri. Non c’è nulla di più rassicurante di un attore che dice: “voglio rimanere con voi”.

 

Viene proiettata una clip di “Ricomincio da capo” e una di “Lost in translation”

Subito dopo c’è la consegna del premio, accompagnata da uno scroscio di applausi e da una standing ovation. Il discorso di ringraziamento di Bill Murray lascia spazio a un monologo sulla bellezza di Roma, sulla necessità di apprezzare di più e poi a un augurio di una buona vita. E lasciando la sala si ha la sensazione di essere stati fra amici.

 

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Sofia Peroni
Classe 1996, marchigiana d’origine, studia comunicazione a Roma e ha trovato il modo di coniugare la passione per il cinema e quella per la scrittura... Come? Scrivendo sul e per il cinema dal 2015. Ha all'attivo diverse esperienze sul set, con registi del calibro di Matteo Garrone, e sogna un giorno di veder realizzato il suo film.

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